"Questo è il documento più antico esistente di una causa legale nell'Antica Grecia", cosa dice

Un content creator ha fatto tornare alla luce il documento più antico di una causa legale nell'Antica Grecia, tra i più antichi al mono.

Gli italiani sono un popolo litigioso. Se è vero che la “giustizia è lenta” è anche perché moltissimi ricorrono alla giustizia anziché risolvere determinate questioni in privato. Gli italiani del 2025 discendono anche un po’ dagli Antichi Greci, in particolare chi è residente dal Lazio in giù e vive sulle fasce costiere.

La notizia curiosa non è che già nell’Antica Grecia esistevano le cause legali – quello potevamo immaginarlo – ma che è emerso un antico ‘documento’ relativo proprio a quel periodo in cui ne viene raccontata una. La scoperta è stata resa nota dal content creator Arum Natzorkhang.

Una rappresentazione  di Eritha, la sacerdotessa che non voleva pagare le tasse del 'suo' tempio, trovando l'opposizione della gente di Arcadia
Una rappresentazione di Eritha, la sacerdotessa che non voleva pagare le tasse del 'suo' tempio, trovando l'opposizione della gente di Arcadia

Il testo è scritto nel greco miceneo. “Eritha la sacerdotessa sostiene di essere la proprietaria di questo pezzo di terra e la dichiara zona esentasse per il suo Dio. La gente, però, sostiene che quel terreno è nel territorio comunale”, è il passaggio chiave. Arum spiega: “Eritha era la sacerdotessa più importante del tempio di Pylos prima che venisse raso al suolo nel 1180 a.C.. Qui veniva venerata la dea Potnia. Questo documento descrive una battaglia legale, nata perché Eritha voleva rendere quel pezzo di terra esentasse. Il problema era che, se quel tempio avrebbe smesso di pagare le tasse, la differenza l’avrebbero versata gli altri cittadini, che avrebbero sofferto un aumento delle imposte”.

L'antica battaglia legale nell'Antica Grecia

“Chiaramente il damos, ovvero il popolo in greco antico, non apprezzò quella richiesta da parte di Eritha e si oppose. Nel documento legale veniva precisato che era territorio comunale e, per questo, la sacerdotessa doveva pagare le tasse come chiunque altro”. L’autore del video precisa che il documento è stato scritto su “numerose” tavolette, poi raccolte in un unico “faldone”. A scriverle sembra essere stato il capo degli scribi dell’isola di Pylos, che la presentò al Re dell’epoca. Unico dispiacere in questa vicenda interessante? Non sappiamo cosa decise il sovrano.

Un’analisi linguistica mostra come fosse una lingua greca diversa da quella classica, come “damos” con la a prolungata per indicare “gente” sarebbe diventato alcuni secoli dopo “demos”, da cui deriva il termine italiano democrazia, ovvero potere del popolo. “Ci sono varie forme dialettali che certificano come questo fosse un documento in greco dell’Arcadia", aggiunge l'esperto.

Esiste un documento legale – che non riguarda cause civili – ben più antico. È il codice di Ur-Nammu, redatto in Mesopotamia in lingua sumerica intorno al 2050 a.C., diversi secoli prima del più famoso Codice di Hammurabi. Ine strema sintesi, parliamo di 57 leggi incise su tavolette d’argilla volte dal re Ur-Nammu della città di Ur.

Qui sono elencate le punizioni adatte al reato commesso. In caso di violenza fisica, infatti, la parte offesa aveva diritto a un risarcimento di argento; un omicidio poteva essere punito con la pena capitale, idem il furto. Anche i tradimenti erano puniti severamente, spesso con esecuzioni dirette sia per le donne che per gli uomini, sebbene i secondi fossero più tutelati. Un fatto molto particolare riguarda la potesta dei figli: se uno schiavo (uomo o donna) fa un figlio con una persona libera, il primogenito spetta di diritto al padrone dello schiavo.

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