Dipendente licenziato per essere andato “troppe volte” in bagno: dov’è successo

Un uomo è stato licenziato per essere andato "troppe volte" in bagno e per esserci rimasto "troppo tempo" ogni volta.

Esiste in Italia un numero massimo di volte in cui un lavoratore può usare il bagno sul proprio posto di lavoro? No. I bisogni fisiologici non sono controllabili, pertanto un datore di lavoro non può imporre nulla in tal senso ai propri dipendenti. In caso di divieti o limitazioni ingiustificati, si potrebbe profilare un abuso verso i diritti dei lavoratori. La necessità di uso dei servizi, infatti, dipende molto da età, condizioni di salute e condizioni lavorative dei dipendenti.

Il discorso è diverso in altre nazioni. Infatti la notizia di cronaca odierna proviene dalla Cina, paese che non ha la fama di essere un paradiso per i lavoratori. Un ingegnere, di cui è stato reso pubblico solo il cognome, Li, è stato licenziato per avere usato “troppo spesso” il bagno. L’uomo, residente nella provincia del Jiangsu, lavorava nell’azienda da più di dieci anni, dunque era un dipendente storico.

Aver usato troppo spesso - e per troppo tempo - il bagno è costato il licenziamento a un ingegnere cinese
Aver usato troppo spesso - e per troppo tempo - il bagno è costato il licenziamento a un ingegnere cinese

È stato licenziato per essere andato in bagno per 14 volte tra aprile e maggio del 2024. Si dirà: “14 volte nell’arco di due mesi sono pochissime”. La differenza sta in un dettaglio fondamentale: tutte queste ‘pause’ duravano almeno un’ora. Una – quella che probabilmente è risultata nel licenziamento – ne è durata ben quattro. Dopo la lettera di licenziamento, come prevedibile, ha avuto inizio una lunga battaglia legale.

Licenziato per aver usato troppe volte il bagno

Li si è rivolto alla Shanghai Federation of Trade Unions (un’unione sindacale), per lamentare il suo “ingiusto licenziamento”. La giustificazione principale dell’ingegnere è che in quel periodo soffriva di emorroidi. Una prova a suo avviso rilevante è rappresentata delle medicine per le emorroidi comprate dalla sua partner. Non solo: a gennaio 2025 si è anche sottoposto a un’operazione per risolvere il problema.

Nella causa legale ha inserito una richiesta di risarcimento di 320.000 yuan, circa 39.000€, per licenziamento ingiustificato. L’azienda, chiaramente, si è difesa, mostrando le registrazioni delle telecamere di sicurezza che mostravano Li entrare ed uscire dai bagni, portando anche le prove del giorno in cui l’uomo è uscito praticamente quattro ore dopo essere entrato.

Non solo: Li non ha mai comunicato alla sua azienda del problema di salute, né ha mai chiesto permessi per malattia. Al fascicolo sono state aggiunte anche prove provenienti dalla chat aziendale: dopo le prime assenze prolungate dalla scrivania, alcuni colleghi lo avevano contattato, ma l’uomo non mai risposto ai messaggi. Da contratto, Li doveva rendersi sempre reperibile nell’orario lavorativo.

Qual è il finale? Una sorta di compromesso. Li non ha ricevuto i 40.000€ richiesti proprio perché il tribunale ha riconosciuto gravi mancanze da parte sua. Al contempo, però, ha imposto all’azienda di versare 30.000 yuan (circa 3.600€) considerato che aveva lavorato in azienda per quasi 15 anni e considerate le difficoltà economiche post-licenziamento.

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