Quanti caffè bere al giorno? Dipende da come lo prepari: parla la nutrizionista

La nutrizionista spiega quanti caffè bere al giorno e come calcolare la dose esatta: ecco tutto quello che c'è da sapere.

Molti lo considerano un rito irrinunciabile, altri una vera e propria dipendenza quotidiana. Ma la domanda resta: quanti caffè possiamo bere al giorno senza nuocere alla salute? A chiarire la questione è la nutrizionista Melissa Paolini, che ha spiegato come la dose consigliata di caffeina giornaliera per un adulto sia di circa 400 mg, ma che non tutti i caffè sono uguali: molto dipende dal come li prepariamo.

Una tazzina di espresso contiene in media tra i 60 e i 90 mg di caffeina. Questo significa che un adulto sano può tranquillamente assumere fino a 5-6 caffè al giorno, purché siano nella classica versione da bar. Diverso è il discorso se si parla di caffè americano che, pur essendo più lungo, spesso ha una concentrazione di caffeina più diluita  oppure del caffè preparato con la moka, che rilascia una quantità leggermente inferiore rispetto all’espresso. Secondo la dottoressa Paolini, il limite giornaliero di caffeina equivale, più o meno, a 3-4 tazze di moka o americano.

Ma perché tutta questa attenzione sulla caffeina? La comunità scientifica ha approfondito con rigore gli effetti del caffè sulla salute umana e il quadro che ne emerge è, per certi versi, sorprendente. Consumata con moderazione, la bevanda nera più amata del mondo sembra offrire benefici tutt’altro che trascurabili.

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I consigli della nutrizionista riguardo l'assunzione di caffè. Fonte: Instagram

Benedici e danni del caffè: a cosa stare attenti per preservare la salute

La caffeina è nota per la sua capacità di stimolare il sistema nervoso centrale, migliorando la concentrazione e la reattività. Non a caso, una tazzina al momento giusto può davvero fare la differenza durante una giornata di lavoro o studio. Ma non è solo una questione di energia e attenzione: diversi studi dimostrano che il consumo regolare di caffè può ridurre il rischio di malattie neurodegenerative, grazie alla presenza di composti antiossidanti. Inoltre, esiste una correlazione positiva tra caffè e sensibilità insulinica, con una conseguente riduzione del rischio di sviluppare diabete di tipo 2.

Eppure, non è tutto oro quello che cola. Come ogni sostanza attiva, anche la caffeina ha il suo rovescio della medaglia, soprattutto se si eccede. Chi è particolarmente sensibile potrebbe sperimentare insonnia, nervosismo, tachicardia o reflusso gastrico, soprattutto se consuma caffè in momenti inappropriati della giornata o a stomaco vuoto. In questi casi, la Paolini suggerisce alcune strategie per gestire gli effetti collaterali senza rinunciare completamente al piacere della tazzina.

Ad esempio, chi fatica ad addormentarsi dovrebbe evitare di bere caffè dopo le 14:00, scegliendo eventualmente un decaffeinato, che conserva parte del gusto senza gli effetti stimolanti. Se si soffre di palpitazioni o tachicardia, è bene iniziare a ridurre gradualmente le dosi giornaliere, evitando l’interruzione improvvisa che può causare sintomi da astinenza. L’idratazione gioca poi un ruolo chiave: bere più acqua durante la giornata aiuta a “diluire” l’effetto della caffeina sull’organismo.

Per chi invece accusa reflusso o bruciore di stomaco, la prima regola è evitare di bere caffè a digiuno. Una colazione completa, con un po’ di latte o una bevanda vegetale, può attenuare l’effetto irritante. Ma se i sintomi persistono, può essere necessario passare a opzioni alternative, come il caffè d’orzo, decisamente più delicato per lo stomaco. Il caffè può essere un ottimo alleato per corpo e mente, a patto che venga consumato con consapevolezza.

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