Hamburger al sangue o ben cotto, quale opzione è la più sana? La nutrizionista non ha dubbi

C'è chi lo ama rosso vivo, che quasi gronda. C'è chi lo vuole cotto e perfino bruciacchiato, senza alcuna traccia di rosso. E poi ci sono quelli nel mezzo, che cercano il giusto equilibrio tra gusto e sicurezza. Ma la verità è che, quando si parla di hamburger, non è solo questione di palato. È una questione di salute. E la nutrizionista Daniela Biserni, seguitissima sui social e nota per la sua collaborazione con il progetto Prevenzione a tavola, è stata chiara come non mai: l’hamburger va mangiato ben cotto, sempre. Punto.

La differenza tra hamburger e bistecca? È tutta nella carne

Il dilemma “hamburger al sangue o ben cotto” può sembrare una semplice preferenza personale. Ma dietro quella crosticina croccante e quell'interno rosato, si nasconde un mondo che pochi conoscono davvero. E qui entra in scena la spiegazione precisa (e un po’ spietata) della dottoressa Biserni. “Questa è una domanda che non dovremmo nemmeno porci”, dice la nutrizionista. E non è per estremismo alimentare, ma per un fatto scientifico e igienico.

Quando parliamo di bistecca, parliamo di un taglio intero di carne. I batteri, se presenti, si trovano solo sulla superficie esterna. Una scottata sulla griglia e sono fritti (letteralmente). Dentro, la carne può rimanere al sangue senza grossi pericoli. Ma l’hamburger è tutta un’altra storia.

Perché? Com'è ovvio a tutti, è fatto da carne macinata. L’hamburger viene preparato con carne passata attraverso un tritacarne. E se ci sono batteri come Salmonella o Escherichia Coli, questi si mischiano bene con tutto l’impasto. Quindi no, non si trovano solo in superficie. Sono ovunque. Nell’interno morbido, nel cuore ancora rosa, in ogni singola briciola.

La nutrizionista sconsiglia vivamente gli hamburger al sangue.
La nutrizionista sconsiglia vivamente gli hamburger al sangue.

“Se mangi un hamburger al sangue – continua la Biserni – stai ingerendo anche carne cruda. E se non è stata lavorata in condizioni igieniche impeccabili, rischi grosso”. Rischi seri. Non solo una semplice intossicazione alimentare. Alcuni ceppi di E.Coli, ad esempio, possono causare danni ai reni e al sistema nervoso, specie nei soggetti più fragili: bambini, anziani, donne incinte.

Hamburger crudo = carne cruda. E la carne cruda non è per tutti

In pratica, ordinare un hamburger “medio” o “al sangue” in un ristorante qualunque equivale a giocare alla roulette russa con il proprio intestino. “Cerchiamo di consumare meno carne possibile – aggiunge la nutrizionista – e quando la consumiamo, assicuriamoci che sia di buona qualità e con la giusta cottura”. Tradotto in termini pratici? L’hamburger:

  • va comprato in macellerie affidabili o supermercati che curano davvero la filiera;
  • va conservato bene (mai più di un paio di giorni in frigo, meglio congelarlo);
  • va cotto fino in fondo, senza mezze misure.

Sì, anche se dentro diventa meno succoso. La tua salute vale di più.

Ma allora l’hamburger ben cotto fa bene?

Qui la risposta è più sfumata. La nutrizionista non dice che l’hamburger ben cotto sia un toccasana per la salute. Semplicemente, è la scelta meno rischiosa, se proprio vogliamo concederci uno sfizio. La carne rossa, specialmente se consumata in grandi quantità, è stata collegata a diverse patologie croniche, tra cui problemi cardiovascolari e tumori del colon-retto. Quindi sì all’hamburger, ma con criterio. Una volta ogni tanto, ben cotto, senza esagerare con i condimenti e accompagnato da verdure o cereali integrali. E soprattutto, evitando i panini ultraprocessati pieni di conservanti.

Il messaggio finale è chiarissimo: non bisogna demonizzare la carne, ma imparare a scegliere con consapevolezza. E se il nostro piatto prevede un hamburger, meglio che sia ben cotto, sicuro, preparato in casa con ingredienti selezionati. Anche il gusto può rimanere ottimo, basta saperlo valorizzare con le giuste tecniche.

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