"Queste 3 bevande aumentano il gonfiore": nutrizionista svela quali sono

Ecco quali sono le tre bevande da evitare perché gonfiano troppo il nostro organismo: il consiglio della nutrizionista.

Ti capita spesso di sentirti gonfia senza un motivo chiaro, anche dopo pasti apparentemente leggeri e bilanciati? La risposta, sorprendentemente, potrebbe non essere nel piatto, ma nel bicchiere. A lanciare l’allarme è la nutrizionista Alice Carnevale, che ha deciso di mettere in luce una delle cause più trascurate del gonfiore addominale: alcune bevande di uso comune, che molti considerano innocue o addirittura salutari, possono in realtà disturbare profondamente l’equilibrio intestinale.

Non stiamo parlando di bibite gassate e fast food, i classici “colpevoli” che tutti conoscono, ma di scelte quotidiane, consumate con leggerezza e senza alcuna consapevolezza dei loro effetti collaterali. La verità è che il gonfiore addominale non è solo una questione di ciò che mangiamo, ma anche di come e cosa beviamo, soprattutto nei momenti chiave della giornata. Ecco anche la ricetta di una colazione sana già pronta in frigo al mattino. 

Il latte e il cappuccino: innocenti apparenze, effetti pesanti

Uno degli errori più comuni riguarda il rituale mattutino per eccellenza: latte e cappuccino. Anche chi non soffre di intolleranza al lattosio può sperimentare problemi digestivi dopo averli consumati, in particolare a stomaco vuoto. Il lattosio, infatti, richiede un’adeguata attività enzimatica per essere digerito correttamente e, se il nostro intestino non è del tutto pronto o se la flora intestinale è alterata, può facilmente andare incontro a fermentazione.

La conseguenza? Gonfiore addominale, crampi e una fastidiosa sensazione di pesantezza che può accompagnarci per ore. Carnevale suggerisce di sperimentare alternative più leggere e facilmente digeribili, come bevande vegetali prive di zuccheri aggiunti, a base di cocco o mandorla, in grado di rispettare i ritmi intestinali senza appesantirli.

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Le bibite da evitare secondo la nutrizionista. Fonte: Instagram

Bibite zero e light: il lato oscuro del “senza calorie”

Un altro inganno alimentare è rappresentato dalle famigerate bibite zero/light, che promettono leggerezza e zero calorie ma nascondono insidie ben più sottili. Al loro interno troviamo spesso dolcificanti artificiali capaci di alterare il delicato equilibrio del microbiota intestinale, quella complessa popolazione di batteri “buoni” che regola digestione, metabolismo e, non da ultimo, il nostro stato di benessere generale.

Il risultato dell’assunzione frequente di questi dolcificanti? Un rallentamento del transito intestinale, un’alterazione della flora e un incremento dei processi fermentativi che gonfiano la pancia, lasciandoci spaesati di fronte al persistere del disagio. La soluzione proposta dalla nutrizionista è semplice quanto efficace: tornare all’essenziale, preferendo acqua naturale, tisane fredde o acque aromatizzate preparate in casa, senza zuccheri né dolcificanti.

Succhi di frutta: salutari o forse no?

E poi c’è l’ultima grande illusione: i succhi di frutta confezionati, spesso scelti perché percepiti come opzioni salutari. In realtà, dietro la loro immagine fresca e naturale, si nascondono quantità elevate di zuccheri liberi, privi di fibre che possano modulare il loro assorbimento. Quando beviamo un succo, il nostro organismo sperimenta un rapido picco glicemico, seguito da una fermentazione intestinale più marcata. Questo processo, apparentemente innocuo, contribuisce non solo al gonfiore, ma anche a variazioni dell’energia e dell’umore. Secondo Carnevale, la scelta più intelligente è puntare sulla frutta intera, che grazie alle fibre rallenta l’assorbimento degli zuccheri e nutre il microbiota in modo equilibrato e benefico.

Dunque, se il gonfiore addominale sembra inspiegabile e persistente, forse è il caso di guardare oltre il cibo e interrogarsi su ciò che beviamo. Latte, bibite light e succhi di frutta confezionati possono sembrare scelte innocue o addirittura sane, ma spesso compromettono il benessere intestinale molto più di quanto immaginiamo.

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