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Negli ultimi anni sempre più italiani hanno iniziato a fare attenzione agli sprechi alimentari. L’inflazione, che ha ridotto il potere d’acquisto, e la crescente consapevolezza legata al cambiamento climatico hanno spinto molti a non gettare via nulla, nemmeno una mela con un piccolo difetto. Ma qui nasce una domanda concreta: un frutto con una parte marcia si può ancora mangiare se la si elimina con il coltello?
La risposta, per quanto possa dispiacere a chi ama “salvare” ciò che sembra recuperabile, è chiara: no, non è sicuro. A chiarirlo è stata una biologa spagnola, registrata su Instagram come @celulau.bio, in un video che ha fatto il giro del web, dove ha spiegato perché eliminare solo la parte visibilmente rovinata non basta.
Frutta marcia e micotossine: il pericolo che non si vede
La biologa ha raccontato che quando un frutto presenta una zona marcia, in realtà non è solo quella parte a essere compromessa. Tagliarla via non garantisce la sicurezza, perché il problema sta in ciò che non si vede. Le muffe responsabili della decomposizione possono produrre micotossine, sostanze tossiche che si diffondono all’interno del frutto anche quando la superficie appare sana.
Queste tossine, invisibili a occhio nudo, non hanno né odore né sapore. Per questo chi decide di assaggiare “il lato buono” di una mela, di una pera o di una pesca ammaccata, crede di non correre rischi, mentre in realtà sta ingerendo composti che la scienza considera pericolosi per l’organismo. E il lato più preoccupante è che le micotossine resistono anche alla cottura. Cuocere un frutto già marcio non elimina il rischio.
Cosa può succedere se si consumano micotossine
La biologa ha sottolineato che un episodio isolato non deve generare allarmismi. Mangiare una sola volta un frutto compromesso con la parte marcia tagliata non rappresenta, nella maggior parte dei casi, un problema immediato per la salute. Tuttavia, se diventa un’abitudine, le micotossine possono accumularsi nell’organismo e aprire la strada a malattie anche gravi. La ricerca scientifica ha infatti dimostrato che alcune di queste sostanze hanno effetti cancerogeni o epatotossici nel lungo periodo.

Questo significa che buttare via la parte marcia non è un gesto di eccessiva prudenza, ma una scelta di tutela personale. Un approccio responsabile non riguarda solo la sicurezza individuale, ma anche la qualità complessiva del cibo che portiamo in tavola.
Il consiglio extra: attenzione alla frutta già tagliata
Alla fine del suo intervento, l’esperta ha aggiunto un suggerimento che può sembrare banale, ma non lo è: evitare di acquistare frutta già tagliata al supermercato. Lei, nello specifico, mostra un'anguria tagliata a metà, che non acquista. "Non possiamo sapere se il resto del frutto, quello non confezionato, presentava parti marce", spiega. Le micotossine, se già diffuse, potrebbero aver contaminato anche la porzione apparentemente sana.
“In microbiologia a comandare è l’invisibile, ricordatelo sempre”, ha ricordato la biologa. Ed è proprio l’invisibilità a rendere insidioso questo rischio. Non possiamo accorgercene a vista, né attraverso l’odore o il sapore.
Come ridurre lo spreco senza rischiare la salute
Se è vero che buttare via cibo non piace a nessuno, è altrettanto vero che la salute viene prima di tutto. Per ridurre gli sprechi senza correre rischi, meglio acquistare frutta in quantità adeguata, evitando di accumulare prodotti che non si riescono a consumare in tempo. Conservare correttamente mele, pere e altri frutti, magari in frigorifero o in sacchetti traspiranti, aiuta a rallentarne la maturazione e a prevenire la comparsa delle muffe.
Un altro consiglio utile è trasformare i frutti molto maturi ma ancora sani in frullati, torte o marmellate, così da gustarli senza sprecarli. La differenza fondamentale resta però una: la parte marcia non si recupera, perché ciò che sembra un piccolo difetto può nascondere un problema molto più grande.
