Esperto di linguistica spiega da dove deriva la parola "ciao": in pochi lo sanno

Il saluto "ciao" è una delle parole italiane più usate e conosciute nel mondo. Ma quanti sanno davvero da dove deriva? Pochi immaginano che la sua origine affondi le radici nel dialetto veneziano e abbia un significato ben diverso da quello attuale.

L’origine veneziana della parola “ciao”

Il termine "ciao" deriva dal veneziano "s-ciao", una parola che a sua volta significa "schiavo". Nell'antico dialetto veneziano, l'espressione "s-ciào vostro" significava letteralmente "sono il vostro schiavo". Questo modo di salutare era una forma di riverenza, paragonabile all'attuale "a disposizione" o "sono al tuo servizio". L'origine più antica risale al latino tardo "sclavus", che significava sia "slavo" che "schiavo". Questo termine si diffuse nei secoli, diventando di uso comune tra i veneziani.

In quanti sapevano che la parola "ciao" deriva da "schiavo"? Questo è quanto ha spiegato l'utente @prolisso0 su TikTok.
In quanti sapevano che la parola "ciao" deriva da "schiavo"? Questo è quanto ha spiegato l'utente @prolisso0 su TikTok.

La parola "s-ciào" veniva utilizzata soprattutto tra le classi nobili e mercantili di Venezia. Con il tempo, la connotazione servile si attenuò e il termine divenne un semplice saluto. Nel XIX secolo, "s-ciào" si era già trasformato in "ciao", diffondendosi in tutto il Nord Italia. Solo nel XX secolo entrò a far parte dell'italiano standard. Oggi "ciao" viene usato come un saluto informale, sia per dire "ciao" che per congedarsi con un "arrivederci" leggero. Lo ha spiegato l'esperto di linguistica italiana 'Prolisso', molto seguito sui social.

La diffusione di “ciao” nel mondo

Poche parole italiane hanno avuto la stessa diffusione globale di "ciao", che sembra piacere molto all'estero. Non a caso, questo saluto informale è entrato nelle lingue di molti Paesi grazie all'emigrazione italiana tra il XIX e il XX secolo. Oggi viene usato in:

  • Inglese
  • Spagnolo
  • Tedesco
  • Francese
  • Russo
  • Giapponese

In alcuni Paesi, come la Germania e l'Austria, "ciao" è spesso utilizzato solo per dire "arrivederci", dato che suona molto simile al vocabolo tedesco "Tschuss" ("arrivederci", per l'appunto). In altre lingue, invece, mantiene entrambi i significati.

Altre due curiosità linguistiche spiegate dall’esperto

Oltre alla storia di "ciao", l'esperto di linguistica ha raccontato altre due curiosità interessanti.

1. "Fare come Baglioni"

Questa espressione è tipica di Toscana e Umbria e significa "andarsene senza avvisare". Talvolta può esserci una frase collegata: "Fare come il Baglioni e togliersi dai...", la parola finale la lasciamo immaginare. Non ha nulla a che vedere con il celebre cantante Claudio Baglioni né con la sua canzone "Io me ne andrei", come credono moltissimi italiani. Deriva invece da Rodolfo Baglioni, un aristocratico umbro (perugino per l'esattezza) vissuto nel XVI secolo. Secondo la credenza popolare, era noto per lasciare feste e banchetti all'improvviso per correre dalle sue amanti. Così, chi sparisce senza salutare nel bel mezzo di un evento "fa come Baglioni".

2. Da dove viene la parola "ovazione"?

Il termine "ovazione" ha un'origine legata all'Antica Roma. Durante le celebrazioni per un generale vittorioso, si usava sacrificare un animale. Se la vittoria era considerata minore, invece di un toro si sacrificava una pecora (in latino "ovis"). Da qui nasce il termine "ovatio", che è poi diventato "ovazione" in italiano.

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