La vitamina D è una grande alleata per il benessere: ecco a cosa serve e perché il sole non basta sempre secondo la nutrizionista.
C'è una sostanza essenziale, invisibile agli occhi ma decisiva per la nostra salute, che la maggior parte delle persone ignora o sottovaluta: la vitamina D. Nota anche come la "vitamina del sole", questa molecola si è guadagnata l’attenzione della comunità scientifica e dei professionisti della salute per il suo ruolo cruciale in numerosi processi fisiologici. A parlare oggi è la nutrizionista Assunta Iorio, che ha deciso di fare chiarezza su uno dei nutrienti più chiacchierati e più carenti della nostra epoca.
Sorprendentemente, oltre l’80% della popolazione mostra livelli insufficienti di vitamina D. Una carenza così diffusa non può essere liquidata come semplice disattenzione alimentare: siamo di fronte a un fenomeno globale, spesso sottovalutato, ma dalle implicazioni profonde. La dottoressa Iorio spiega come questa carenza possa incidere su diversi aspetti della nostra salute, e soprattutto perché non possiamo più permetterci di ignorarla.

A cosa serve davvero la vitamina D? Ecco cosa c'è da sapere
Quando pensiamo alla vitamina D, il collegamento immediato va alla salute delle ossa. E non è un caso. La sua funzione primaria è quella di favorire l’assorbimento del calcio a livello intestinale: senza livelli adeguati, il calcio che introduciamo con la dieta non viene assimilato correttamente, con conseguenze dirette su densità ossea, fragilità e rischio di fratture. Ma la vitamina D è molto di più. La dottoressa Iorio sottolinea come sia un modulatore del sistema immunitario: una carenza può infatti rendere l’organismo più vulnerabile a infezioni, influenzando negativamente la risposta immunitaria. Se ti ammali spesso, soprattutto nei mesi freddi, potresti essere uno dei tanti che convivono con una carenza silenziosa.
Altro aspetto meno noto ma altrettanto rilevante riguarda l’umore e la stanchezza cronica. Bassi livelli di vitamina D sono associati a sintomi depressivi, affaticamento e perdita di motivazione. In poche parole, può essere una delle cause nascoste di quella sensazione di “peso addosso” che molti sperimentano, soprattutto in inverno o in periodi di scarsa esposizione solare.
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Esporsi al sole non basta: ecco perché serve attenzione
Il corpo umano è in grado di sintetizzare vitamina D attraverso l’esposizione solare, ma la realtà è più complessa di quanto si creda. La quantità di sole necessaria per una produzione efficace dipende da molti fattori: la latitudine, la stagione, l’orario, l’età, il colore della pelle e persino l’uso di creme solari. Anche trascorrere del tempo all’aperto non garantisce necessariamente livelli ottimali.
Per questo, sottolinea Iorio, è fondamentale non affidarsi solo al sole, ma agire in modo consapevole, attraverso l’alimentazione. Alcuni alimenti contengono buone quantità di vitamina D: si parla soprattutto di pesce grasso come salmone e sgombro, ma anche di tuorlo d’uovo e frutta secca. La sola dieta difficilmente basta a colmare le carenze significative.
Il primo passo per affrontare la questione non è acquistare un integratore qualunque, ma misurare i livelli ematici di vitamina D. Solo attraverso un’analisi del sangue specifica è possibile conoscere la propria situazione reale. E da lì, eventualmente, valutare con un professionista la dose corretta da assumere quotidianamente. C'è dunque bisogno di fare attenzione a questo particolare aspetto della nostra salute e imparare a bilanciare gli alimenti oltre che controllare che non ci siano carenze significative.
