Quanto tonno mangiare? Ecco il consiglio della nutrizionista che spiega anche a cosa fare attenzione.
Non tutti i tonni confezionati sono uguali. Lo sappiamo per intuito, ma a confermarlo con precisione è la nutrizionista Melissa Paolini, che ha fatto chiarezza su una delle domande più comuni in cucina: “Meglio il tonno in vetro o quello in scatola?” La risposta, come spesso accade in nutrizione, non è solo una questione di gusto. È un intreccio di lavorazione industriale, contenuto nutrizionale e, naturalmente, frequenza di consumo consigliata. Ecco perché è importante capire cosa finisce davvero nel nostro piatto, quando apriamo una confezione di tonno.
Prima di affrontare la questione del tipo di confezione, la dottoressa Paolini invita a una riflessione più ampia. Il tonno è una fonte preziosa di proteine nobili, ma anche un alimento da consumare con moderazione. I LARN, ovvero i Livelli di Assunzione di Riferimento dei Nutrienti, suggeriscono di non superare le due porzioni a settimana. In casi particolari come per chi segue una dieta ipocalorica o ha bisogno di un maggiore apporto proteico si può arrivare a tre porzioni, ma mai oltre. Il motivo non è da ricercare solo nella quantità di proteine, ma anche nella presenza, seppur minima, di metalli pesanti come il mercurio, che il tonno può contenere a causa dell'inquinamento marino. Varietà e rotazione delle fonti proteiche restano quindi principi cardine per una alimentazione equilibrata e consapevole.

Tonno in vetro con meno sale e meno lavorazioni: il consiglio dell'esperta
Entrando nel cuore della questione, la nutrizionista sottolinea come il tonno in vetro sia da preferire rispetto a quello in scatola. Il motivo? Non è una semplice questione estetica o di prezzo. La differenza sta nel grado di lavorazione. Il tonno confezionato in barattoli di vetro viene solitamente lavorato in modo più delicato e minimamente trattato, mantenendo così una qualità nutrizionale superiore. In particolare, il contenuto di sale è spesso inferiore rispetto ai tranci confezionati in latta, che subiscono procedimenti più aggressivi e sono spesso immersi in oli o liquidi ricchi di sodio. Questo rende il tonno in vetro una scelta più sana, soprattutto per chi ha problemi di pressione alta o segue un regime alimentare a basso contenuto di sodio.
Visualizza questo post su Instagram
Un altro aspetto interessante, che spesso viene trascurato, è la visibilità del prodotto. Il vetro permette di vedere con chiarezza il colore, la consistenza e la qualità del trancio. Non si tratta solo di estetica, ma di consapevolezza alimentare: scegliere un prodotto che possiamo osservare con i nostri occhi è un gesto che favorisce la trasparenza dell’industria alimentare e ci permette di riconoscere eventuali imperfezioni.
La dottoressa Paolini conclude con un invito alla diversificazione. Nessun alimento, per quanto nutriente, dovrebbe diventare protagonista assoluto della nostra tavola. Anche il tonno, se consumato con misura e selezionando le versioni meno elaborate e più genuine, può far parte di una dieta sana. Ma deve alternarsi ad altre fonti di proteine: legumi, uova, carne bianca, pesce azzurro, formaggi magri. Ecco qui invece il consiglio di un esperto su come trattare la frutta nel lavaggio.
