Nutrizionista svela quanta anguria mangiare a dieta: "Occhio alla glicemia"

L'anguria può essere consumata a dieta? Ecco la risposta della nutrizionista per non rinunciare al gusto del frutto più amato dell'estate. 

Quante volte, durante una cena estiva o una pausa in spiaggia, ti sei sentito dire: “non mangiare l’anguria, è piena di zuccheri!”? Oppure hai letto che l’anguria sarebbe nemica della linea perché “troppo dolce”? È il classico luogo comune che, come molti falsi miti alimentari, resiste nel tempo senza basi scientifiche reali.

La verità, spiegata con chiarezza dalla nutrizionista Alice Carnevale, è ben diversa. L’anguria è uno dei frutti estivi più leggeri e idratanti, con un contenuto calorico ridottissimo e una quantità di zuccheri nettamente inferiore rispetto ad altri frutti comunemente considerati “dietetici”. In 100 grammi di anguria troviamo infatti solo 3,5 grammi di carboidrati netti, un valore molto basso che la rende perfetta per chi vuole mantenere il controllo del bilancio energetico giornaliero. Ma come mai allora si parla tanto di zuccheri e di indice glicemico alto?

Alice Carnevale ci invita a fare attenzione a un aspetto fondamentale: il carico glicemico, non solo l’indice glicemico. L’indice glicemico (IG) dell’anguria è in effetti piuttosto elevato, ma questo valore da solo non racconta tutta la storia. Ciò che davvero conta per l’organismo è la quantità totale di carboidrati assunti con la porzione consumata, ovvero il carico glicemico. E qui l’anguria sorprende: per ottenere un carico glicemico significativo bisognerebbe mangiarne porzioni eccessive, ben oltre i limiti di una merenda equilibrata. Quindi, dove sta il problema? Nelle porzioni giganti, spesso sottovalutate. Mangiare mezzo chilo di anguria in una volta sola, sebbene apporti poche calorie, può comunque generare un picco glicemico notevole, specie se consumata da sola e lontano dai pasti.

Anguria
Come e quanta anguria mangiare durante la dieta.

La porzione ideale: equilibrio e soddisfazione senza eccessi

Qual è dunque la quantità consigliata per chi segue un regime alimentare controllato? La nutrizionista suggerisce di non superare i 200-250 grammi per porzione, equivalenti a una fetta media. In questo modo si ottiene una perfetta combinazione tra gusto, idratazione e controllo della glicemia, senza compromettere gli obiettivi dietetici. E c’è di più: per modulare ulteriormente la risposta glicemica, Alice Carnevale consiglia di abbinare l’anguria a una fonte proteica o a grassi buoni, come feta, yogurt greco o mandorle. Questi accorgimenti rallentano l’assorbimento degli zuccheri e rendono lo spuntino non solo più equilibrato, ma anche più saziante.

Un altro momento perfetto per gustare l’anguria? Dopo l’allenamento, quando i muscoli sono più predisposti a utilizzare i carboidrati ingeriti per il recupero energetico. In questo caso, il corpo accoglie i zuccheri della frutta con un’efficienza metabolica superiore, riducendo il rischio di accumulo sotto forma di grasso. Per chi cerca un modo originale e light di godersi l’anguria, la nutrizionista suggerisce anche di provarla in una acqua detox, perfetta nelle giornate più calde. Basta mettere in un barattolo di vetro 100 grammi di anguria a pezzetti, qualche fettina di lime e foglioline di menta fresca, poi lasciarla in frigo per qualche ora. Il risultato è una bevanda profumata, rinfrescante e a bassissimo contenuto calorico, ideale per mantenersi idratati con un pizzico di sapore in più. Ecco qui una colazione perfetta già pronta in frigo al mattino. 

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