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Ecco cosa succede al tuo corpo quando inizi una dieta low carb e cosa fare: tutti i consigli della nutrizionista.
Quando si parla di dieta low carb o addirittura chetogenica, l’immaginario collettivo tende a dividerci in due categorie: chi si sente pieno di energia e chi, invece, lamenta una stanchezza persistente. La nutrizionista Iorio interviene per fare chiarezza, sfatando l’idea che la mancanza di carboidrati sia necessariamente la causa diretta di questa sensazione di spossatezza.
Il punto fondamentale, sottolinea, è che l’organismo non si limita a funzionare solo con il carburante degli zuccheri. Al contrario, se ben condotto, un regime a basso contenuto di carboidrati può portare ad un’energia più stabile e ad una maggiore lucidità mentale. Se il corpo sembra ribellarsi con affaticamento, debolezza o difficoltà di concentrazione, la causa potrebbe essere altrove.

L’equilibrio degli elettroliti: ecco cosa sapere
Uno dei primi fattori da considerare, secondo Iorio, è il bilancio degli elettroliti. In una fase di riduzione drastica dei carboidrati, l’organismo tende a perdere più acqua e, con essa, minerali fondamentali come magnesio, potassio e sodio. Questa carenza può tradursi in mal di testa, senso di debolezza e cali di energia. Non si tratta di un dettaglio secondario: reintegrare in modo mirato questi micronutrienti è spesso la chiave per recuperare vitalità senza rimettere in discussione l’intera dieta.
La nutrizionista spiega che il sodio, in particolare, non va demonizzato in questo contesto. Riducendo i carboidrati, infatti, cala anche l’insulina, e con essa il riassorbimento renale del sodio. Questo significa che, a differenza di altre fasi della vita, in una dieta low carb un apporto leggermente più alto di sale può essere non solo tollerato, ma anche necessario per evitare stanchezza cronica.
Calorie: il vero colpevole nascosto
Un altro punto critico, troppo spesso ignorato, è l’apporto calorico complessivo. Chi intraprende una dieta senza carboidrati tende, a volte inconsapevolmente, a mangiare troppo poco. La conseguenza? Il corpo, percependo una carenza energetica generale, rallenta e manda segnali di affaticamento.
La Iorio ricorda che le proteine e i grassi, se ben bilanciati, possono sostenere perfettamente le funzioni vitali e le attività quotidiane. Ma questo vale solo se le quantità sono adeguate. Tagliare i carboidrati non significa ridurre in maniera indiscriminata anche le calorie, pena l’insorgere di debolezza, calo della performance sportiva e riduzione della capacità di concentrazione.
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Il tempo di adattamento del nostro corpo
C’è poi un elemento fisiologico da non trascurare: l’adattamento metabolico. Passare da un metabolismo basato principalmente sul glucosio ad uno che utilizza i grassi come fonte primaria di energia non è un processo istantaneo. In media, sono necessari tre o quattro giorni per avviare la cosiddetta chetosi, ma in alcuni individui questo passaggio può richiedere anche una o due settimane.
Durante questa fase di transizione, il corpo sperimenta una sorta di “limbo energetico” in cui i depositi di zuccheri si esauriscono ma la macchina dei grassi non è ancora a pieno regime. È un momento fisiologico, non un segnale di fallimento della dieta. La nutrizionista invita quindi a non interrompere il percorso alla prima avvisaglia di stanchezza, ma a concedere tempo all’organismo per adattarsi alla nuova condizione. Ecco qui un'idea gustosa per la colazione d'estate a dieta.
