Perché si dice "cin cin" e "brindisi"? La risposta dell'esperto

Quando si alzano i calici a tavola, in italiano le espressioni più comuni restano “cin cin” e “brindisi”. Due parole che sembrano semplici, quasi banali, ma che in realtà nascondono storie molto più curiose di quanto si pensi. L’esperto di linguistica e content creator Albyverse, molto attivo su TikTok, ha raccontato in un suo video l’origine di queste formule, mostrando come abbiano radici lontane, tra la Cina imperiale e i soldati tedeschi del Rinascimento.

Perché diciamo “cin cin”

Molti italiani credono che “cin cin” sia un’espressione onomatopeica, che ricorda il suono dei bicchieri che si urtano durante un brindisi. In realtà non è così. L’origine va cercata in Cina, più precisamente a Shanghai, dove in passato durante i banchetti si pronunciava “qing qing”, una formula di cortesia che in traslitterazione latina significa “prego prego”.

Con il passare del tempo, la pronuncia si è adattata alle lingue occidentali fino a diventare “cin cin”. Curiosamente, oggi i cinesi non utilizzano più questa formula, sostituita con “ganbei”, che tradotto vuol dire “bicchiere asciutto”. Il senso è molto chiaro: una volta sollevato il calice, la bevanda deve essere bevuta fino in fondo e lasciarla porta male. I giapponesi hanno fatto propria questa tradizione, trasformando “ganbei” in “kanpai”, termine che ancora oggi accompagna i brindisi in Giappone.

Il brindisi in Europa: cheers, prost e skål

Se in Italia ci si affida al “cin cin”, nel resto d’Europa le formule cambiano e raccontano culture diverse. Albyverse ricorda che in inglese si utilizza “cheers”, che deriva da “cheer”, cioè “rallegrarsi” o “esultare”. In Germania, invece, la parola più comune è “Prost”, che ha radici nel latino “prosìt”, con il significato di “che ti sia di giovamento”.

Nei paesi scandinavi domina “skål”, che letteralmente vuol dire “ciotola” o “scodella”. L’origine affonda nelle abitudini vichinghe, quando i guerrieri bevevano birra e idromele proprio in recipienti di legno o corno, molto diversi dai moderni calici di vetro. Questi termini mostrano come il brindisi non sia soltanto un gesto conviviale, ma anche un frammento di identità culturale che si tramanda nei secoli.

Da dove arriva la parola “brindisi”

L’altra grande curiosità riguarda la parola “brindisi”, che non ha nulla a che fare con la città pugliese. L’origine è tedesca e risale ai lanzichenecchi, mercenari noti anche per i saccheggi nelle città italiane del Cinquecento. Alla fine delle giornate di battaglia o di marcia, questi soldati pronunciavano “bring dir’s”, che significa “porgo a te”, riferendosi all'altra persona con cui avrebbero bevuto in compagnia un calice di vino o di birra.

"Brindisi" ha un'origine particolare: c'entrano coloro che saccheggiarono Roma.
"Brindisi" ha un'origine particolare: c'entrano coloro che saccheggiarono Roma.

Col tempo, l’espressione si è italianizzata fino a diventare “brindisi”. Una parola che porta con sé un passato di scontri e soldati, ma che oggi richiama momenti di festa e convivialità.

Un rito universale che unisce culture diverse

Dal “cin cin” cinese al “brindisi” dei lanzichenecchi, passando per i “cheers” britannici e i “prost” tedeschi, il gesto di alzare i calici resta universale. Ogni lingua ha adattato la formula secondo la propria storia e i propri costumi, ma ovunque il senso resta lo stesso: augurare felicità e rafforzare il legame tra le persone che condividono il momento.

A parte nei paesi musulmani, dove l’alcol non fa parte della cultura per motivi religiosi, nel resto del mondo il brindisi accompagna cene, matrimoni, feste e ricorrenze. Una tradizione che continua a unire popoli diversi, trasformando un semplice gesto in un piccolo atto di condivisione sociale.

@albyverse Perché si dice cincin e Brindisi? #divulgazione #curiosità #etimologia ♬ suono originale - Alberto

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